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Se ti dico cambiamento cosa senti dentro di te? E se invece dicessi miglioramento?

I due concetti sono interconnessi ma il primo crea un senso di fatica e resistenza il secondo porta ad emozioni più piacevoli che predispongono all’azione. E’ tanto semplice eppure la maggior parte di manager, coach e formatori parlano di cambiamento. Io ho deciso di ampliare la mia percezione e la condivido con voi che leggete.

L’idea che per migliorare dobbiamo trasformare tutto ciò che conosciamo è diffusa, ma non è l’unica via. In molti casi, ciò che davvero ci serve non è cambiare completamente la nostra percezione, ma ampliarla. Ampliando la nostra visione, possiamo vedere il mondo da prospettive nuove, mantenendo però intatto ciò che già funziona. Questo approccio riduce la resistenza che il nostro cervello tende a opporre al cambiamento e rende il miglioramento più naturale e sostenibile.

Ampliare vs cambiare

Uno dei motivi principali per cui il cambiamento viene spesso vissuto come difficile è perché il cervello percepisce qualsiasi trasformazione come una minaccia al suo equilibrio. Tuttavia, l’idea di ampliare la percezione anziché cambiarla può fare la differenza. Quando ampliamo, non stiamo abbandonando le nostre convinzioni, abitudini o prospettive; piuttosto, stiamo aggiungendo nuove dimensioni alla nostra comprensione. Questo processo è meno invasivo e più accettabile per il cervello, che non è costretto a rinunciare a ciò che già conosce.

Tra cambiamento e miglioramento: cosa preferite?

Quando ci chiediamo se preferiamo il cambiamento o il miglioramento, la maggior parte di noi probabilmente opterebbe per il secondo. Questo perché il cambiamento è spesso associato a sentimenti di perdita, fatica, insicurezza e rischio. Il cambiamento richiede di lasciar andare ciò che conosciamo, il che può generare paura e resistenza. Il nostro cervello è programmato per mantenere lo status quo, perché questo garantisce stabilità e prevedibilità. Di fronte al cambiamento, si attivano i meccanismi di difesa, come l’amigdala, che ci induce a evitare ciò che è nuovo o sconosciuto.

Il miglioramento, d’altro canto, ci permette di mantenere ciò che già abbiamo e di potenziarlo. Quando pensiamo al miglioramento, non vediamo la necessità di abbandonare le nostre sicurezze; piuttosto, possiamo costruire su di esse. Questo approccio è molto più rassicurante per il cervello, perché non prevede un salto nel vuoto, ma un’evoluzione progressiva. Ampliando la percezione, quindi, possiamo migliorare ciò che già esiste senza il carico emotivo del cambiamento radicale.

Perché temiamo il cambiamento

Il cervello umano è progettato per proteggerci, e lo fa attivando meccanismi di difesa quando ci troviamo di fronte a situazioni nuove o sconosciute. Il cambiamento è percepito come una minaccia, anche quando sappiamo razionalmente che può portarci benefici. L’amigdala, il centro delle nostre emozioni, si attiva ogni volta che percepisce un potenziale pericolo, e il cambiamento viene spesso interpretato come tale. Questo è il motivo per cui proviamo ansia, paura o insicurezza quando affrontiamo qualcosa di nuovo, come cambiare lavoro, stile di vita o addirittura un’abitudine.

Tuttavia, il nostro cervello ha anche la capacità di adattarsi e apprendere attraverso la neuroplasticità, che gli consente di formare nuove connessioni e accogliere nuove informazioni. Ma per sfruttare questa capacità senza stress e resistenza, è utile non puntare su un cambiamento drastico, bensì su un’amplificazione graduale delle nostre prospettive.

Ampliare la percezione: come fare

Anziché chiedere al nostro cervello di cambiare completamente visione, possiamo offrirgli l’opportunità di espandere ciò che già conosce. L’ampliamento della percezione è un processo che consente di esplorare nuove idee senza dover abbandonare le vecchie. Questo è un modo più sostenibile per crescere, poiché riduce l’ansia associata alla perdita o al rischio.

Ci vuole curiosità

La curiosità è uno degli strumenti più potenti che abbiamo per ampliare la nostra percezione senza sentirci sopraffatti. Quando ci avviciniamo a nuove idee o esperienze con curiosità, siamo in grado di esplorarle senza pregiudizi o paura. La curiosità permette al cervello di aprirsi a nuove possibilità, mantenendo comunque le sue strutture di base. È come aggiungere una nuova finestra da cui guardare il mondo, senza dover chiudere quelle esistenti.

Perché ampliare è meglio di cambiare

L’ampliamento della percezione ci consente di ottenere i benefici del miglioramento senza affrontare lo stress del cambiamento. Quando scegliamo di migliorare, ci concentriamo su come potenziare ciò che già possediamo, rendendo il percorso meno rischioso e più gratificante. Ad esempio, anziché cercare di cambiare completamente il nostro approccio al lavoro o alle relazioni, possiamo iniziare ad ampliare la nostra percezione introducendo nuove prospettive, informazioni o strumenti che arricchiscono il nostro modo di agire, senza perdere ciò che funziona già.

Concludendo

Il cambiamento viene spesso vissuto come un processo faticoso e carico di incertezze, mentre il miglioramento offre una via più fluida e naturale per la crescita. L’ampliamento della percezione rappresenta una strategia che ci permette di evolverci senza dover abbandonare ciò che già abbiamo. Con piccoli passi, curiosità e riflessione, possiamo espandere le nostre prospettive e migliorare la nostra vita, senza il peso del cambiamento forzato. Espandere, anziché cambiare, ci offre la possibilità di mantenere la stabilità, potenziando al contempo la nostra comprensione e la nostra efficacia in tutte le aree della vita.

 

Autrice: Lucilla Rizzini 

Founder @Ellecubica; Professional Certified Coach PCC

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