Home / News / Lo faccio domani: perchè rimandiamo e come motivarsi ad iniziare subito

Lo faccio domani: perchè rimandiamo e come motivarsi ad iniziare subito

Ottobre 2025

Vi è mai capitato di rimandare un compito, pur sapendo che prima o poi dovrete affrontarlo? Magari avete detto a voi stessi: “Lo faccio dopo”, “mi serve l’ispirazione giusta”, “non ho abbastanza tempo ora”. Eppure, dentro di voi lo sapete bene: più si rimanda, più cresce il senso di disagio e frustrazione. Questo è il cuore della procrastinazione: il comportamento volontario di posticipare attività che sappiamo essere importanti, spesso senza una reale giustificazione logica.

A differenza della semplice disorganizzazione, la procrastinazione coinvolge una lotta interna tra ciò che sappiamo di dover fare e ciò che preferiamo fare nell’immediato (Klingsieck, 2013). Questo fenomeno è estremamente diffuso, tre dati a supporto:

La domanda sorge spontanea: quali sono le vere cause della procrastinazione? E soprattutto, come possiamo contrastarla?

Le cause della procrastinazione

La procrastinazione è il risultato di diversi fattori psicologici e motivazionali.

Ecco le principali cause:

1. Il bisogno di gratificazione immediata

Rimandiamo le attività perché il nostro cervello preferisce ricompense a breve termine (guardare Netflix, scorrere i social, fare un aperitivo con gli amici) piuttosto che uno sforzo che porterà benefici solo in futuro (Steel, 2007).

2. La percezione del compito come sgradevole

Se un’attività è noiosa, complessa o stressante, tendiamo a rimandarla per ridurre l’ansia nell’immediato, anche se questo aumenta lo stress a lungo termine.

3. Tratti di personalità e impulsività

Alcune caratteristiche psicologiche favoriscono la procrastinazione:

4. Bassa autoefficacia e perfezionismo

5. L’autosabotaggio

A volte procrastiniamo per proteggere la nostra autostima: se rimandiamo fino all’ultimo minuto, possiamo giustificare un eventuale fallimento con la mancanza di tempo, invece che con le nostre capacità (Burka & Yuen, 2008).

Insomma dobbiamo hackerare il nostro cervello.

La scienza della procrastinazione: la teoria della motivazione temporale

Secondo la Temporal Motivation Theory (Gröpel & Steel, 2008), la procrastinazione è influenzata da quattro fattori:

(Aspettativa × Valore) / (Impulsività × Tempo necessario)

Quando l’aspettativa di riuscita e il valore sono bassi, e l’impulsività e il tempo richiesto sono alti, la procrastinazione aumenta.

Come smettere di procrastinare: strategie pratiche

Ecco alcune tecniche basate sulla ricerca scientifica per ridurre la procrastinazione e aumentare la motivazione:

1. Creare un ambiente senza distrazioni

2. Usare la “Tecnica dei 5 Minuti”

L’idea è semplice: iniziate un’attività per soli 5 minuti. Spesso, il problema più grande è iniziare. Una volta avviati, sarà più facile continuare (Burka & Yuen, 2008).

3. Applicare la strategia del “Premack”

Associare un’attività meno piacevole a una gratificante: “Prima finisco questo report, poi posso guardare un episodio della mia serie preferita” (Premack, 1959).

4. Suddividere il compito in micro-obiettivi

5. Creare un piano d’azione dettagliato

6. Rafforzare la motivazione intrinseca

Si, la procrastinazione si può superare!

Rimandare non è solo una questione di organizzazione, ma di neurobiologia, emozioni e motivazione. Modificare l’ambiente, le abitudini e il modo in cui percepiamo il compito può fare una grande differenza.

Il coaching dinamico, lavorando su motivazione e cambiamento, aiuta a individuare gli ostacoli dietro la procrastinazione e a costruire strategie personalizzate per aumentare la produttività senza stress.

Quale di queste strategie vi sembra più utile?

Autrice: Lucilla Rizzini

Direttrice del Master in Coaching Dinamico & Founder @Ellecubica

Master Certified Coach (MCC) ICF

Autrice di “Motivati si diventa” – edito da Guerini Next

 

Condividi l’articolo

Articolo precedente Vedi tutti gli articoli Articolo successivo