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Vi è mai capitato di sentirvi più motivati quando qualcuno crede davvero in voi?

Quella volta in cui un insegnante vi ha detto che avevate un talento, o un capo che vi ha affidato un compito impegnativo perché “sapeva che ce l’avreste fatta”. E magari, alla fine, avete davvero dato il meglio di voi.

Non è un caso. Dietro c’è un fenomeno psicologico potente, noto come Effetto Rosenthal o Effetto Pigmalione: le aspettative che gli altri hanno su di noi possono influenzare il nostro comportamento e la nostra performance. Ma non solo: anche le aspettative che abbiamo su noi stessi giocano un ruolo cruciale nella nostra motivazione.

L’esperimento di Rosenthal e Jacobson

Nel 1968, lo psicologo Robert Rosenthal e Lenore Jacobson condussero un esperimento in una scuola elementare per testare l’impatto delle aspettative sull’apprendimento.

Cosa fecero? Dissero agli insegnanti che alcuni studenti avevano un potenziale intellettivo particolarmente alto, basandosi su un test (in realtà, i nomi erano scelti a caso).

Cosa accadde? Dopo alcuni mesi, questi studenti “prescelti” mostrarono miglioramenti significativi nei voti e nelle capacità cognitive. Il motivo? Gli insegnanti, credendo davvero nelle loro potenzialità, iniziarono (in modo inconsapevole) a trattarli diversamente: davano loro più attenzioni, più feedback positivi, più opportunità di apprendimento.

E quindi?Le aspettative degli insegnanti avevano modificato il comportamento degli studenti, portandoli a ottenere risultati migliori. L’esperimento dimostrò che

le convinzioni delle persone intorno a noi influenzano la nostra motivazione e il nostro successo.

Aspettative e motivazione: come ci condizionano?

L’effetto Rosenthal ci mostra che la motivazione non nasce nel vuoto, ma si nutre del contesto in cui viviamo. Le aspettative degli altri e quelle che abbiamo su noi stessi possono:

Aumentare la nostra motivazione→ Se qualcuno crede in noi, è più probabile che ci impegniamo di più.

Creare un ciclo positivo→ Quando ci sentiamo capaci, affrontiamo le sfide con più sicurezza, aumentando la probabilità di successo.

Oppure limitarci → Se pensiamo di non essere abbastanza bravi, rischiamo di auto-sabotarci e smettere di provarci.

Immagino già la domanda nella vostra testa: e quindi, come possiamo usare questo fenomeno a nostro vantaggio?

Ci arrivo tra un attimo prima vediamo cosa dice la neuroscienza.

Neuroscienza delle aspettative: perché il cervello risponde così?

Le aspettative influenzano la motivazione grazie a specifici circuiti cerebrali legati alla dopamina e alla corteccia prefrontale. Ecco come:

Effetto placebo motivazionale → Quando qualcuno si aspetta che avremo successo, il nostro cervello rilascia più dopamina, il neurotrasmettitore della motivazione e del piacere.

Bias della conferma→ Il cervello cerca prove che confermino ciò che crediamo su di noi. Se ci convinciamo di non essere in grado di fare qualcosa, tendiamo a interpretare ogni difficoltà come una conferma di questa credenza.

Neuroplasticità e apprendimento → Le aspettative positive favoriscono la creazione di nuove connessioni neuronali, facilitando l’apprendimento e la crescita personale.

Come possiamo usare l’effetto Rosenthal nel coaching e nella crescita personale?

Ora che sappiamo che le aspettative influenzano la nostra motivazione, possiamo sfruttarle a nostro favore con alcune strategie pratiche:

1. Circondarsi di persone che credono in noi

Le nostre relazioni giocano un ruolo fondamentale nella motivazione. Lavorare con un coach, un mentor o un gruppo di pari che sostiene la nostra crescita può aiutarci a rafforzare l’autoefficacia.

2. Modificare il nostro dialogo interiore

Le aspettative che abbiamo su noi stessi sono altrettanto potenti. Domande utili da porsi:

  • “Quale storia sto raccontando su di me?”
  • “Se credessi davvero nelle mie capacità, come agirei oggi?”

3. Applicare il coaching dinamico per rafforzare la motivazione

Nel coaching dinamico, il focus è sull’integrazione tra mindset e azione concreta:

Individuare convinzioni limitanti→ Che aspettative abbiamo su di noi che ci frenano?

Lavorare sulla costruzione della fiducia→ Quali esperienze possono rafforzare il senso di autoefficacia?

Creare un ambiente che favorisca la crescita → Come possiamo circondarci di persone e contesti che alimentano la nostra motivazione?

In conclusione: l’effetto Rosenthal ci insegna che le aspettative non sono solo pensieri astratti, ma veri e propri fattori di cambiamento. Se gli altri credono in noi (e se noi crediamo in noi stessi), abbiamo molte più probabilità di trovare e mantenere alta la motivazione.

Nel coaching dinamico, comprendere come le aspettative influenzano la motivazione può fare la differenza tra restare bloccati e sbloccare il nostro pieno potenziale.

Quale aspettativa vi ha aiutato a crescere di più nella vostra vita?

Volete approfondire il tema della motivazione e del coaching dinamico? Scrivete a coaching@ellecubica.it per scoprire il percorso più adatto alle vostre esigenze!

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Autrice: Lucilla Rizzini

Direttrice del Master in Coaching riconosciuto da AICP & Founder di @Ellecubica

Professional Certified Coach (PCC) ICF

Esperta di comunicazione interculturale per il business

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