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Il ruolo della monoaminossidasi nella motivazione

Ottobre 2025

Vi è mai capitato di sentirvi, un giorno, pieni di energia e motivazione e il giorno dopo completamente svuotati, senza alcuna voglia di agire? Magari vi siete detti: “sono solo pigro, oggi sono proprio imbolsito”, “mi manca disciplina”, “dovremmo sforzarmi di più”.

La verità è che la motivazione non è solo una questione di forza di volontà: dietro le nostre azioni si nasconde una complessa regolazione neurochimica nel nostro cervello, uno degli attori principali di questo processo è la monoaminossidasi (MAO).

Se non ne avete mai sentito parlare, è il momento di conoscere qualcosa di più. La MAO regola i livelli di dopamina, serotonina e noradrenalina, tre neurotrasmettitori fondamentali per l’energia mentale, il focus e la capacità di portare avanti i nostri obiettivi.

Ma, cosa succede quando il suo equilibrio viene alterato? E come possiamo ottimizzarlo per mantenere alta la motivazione?

Molti pensano che la motivazione sia solo questione di mindset o di abitudine. “Se vogliamo, possiamo”è uno slogan potente, ma non racconta tutta la storia. In realtà, se il nostro sistema neurochimico non è regolato correttamente, potremmo sentirci costantemente in lotta con noi stessi.

Vediamo due scenari.

1. Troppa MAO? La presenza di eccessiva monoaminossidasi porta a una degradazione accelerata della dopamina e della serotonina, con effetti negativi su umore e motivazione. Potremmo sentirci spesso stanchi, demotivati o poco interessati agli obiettivi che prima ci entusiasmavano. Questo è stato evidenziato anche in studi su pazienti con depressione e burnout, dove si riscontrano spesso livelli elevati di MAO (Youdim & Bakhle, 2006).

2. Troppa poca MAO? La dopamina resta in circolo più a lungo, portando a iperattività, impulsività e bisogno continuo di stimoli esterni. Gli studi di Sibille et al. (2011) hanno collegato bassi livelli di MAO a comportamenti di ricerca compulsiva del piacere e a difficoltà nella gestione della concentrazione.

La regolazione della motivazione, quindi, non è solo una questione di volontà, ma di equilibrio neurochimico. Il problema è che spesso non siamo consapevoli di come il nostro stile di vita influisca sulla nostra biochimica.

Una pillola di neuroscienza della motivazione

Le neuroscienze ci offrono una spiegazione chiara del perché la motivazione sia così variabile. Ora, io non sono un neuroscienziato ma nei mie studi di psicologia sto incontrando molti concetti interessanti che condivido con piacere con voi.

  1. Ruolo della dopamina → La dopamina è il neurotrasmettitore della motivazione e del piacere. Viene rilasciata quando anticipiamo una ricompensa, alimentando il desiderio di agire. Tuttavia, un eccesso o una carenza di dopamina può squilibrare la motivazione, causando procrastinazione o ricerca eccessiva di stimoli esterni.
  2. Interazione con la MAO → La MAO regola il metabolismo della dopamina: un’iperattività della MAO la degrada troppo velocemente, causando apatia e demotivazione. Al contrario, livelli bassi di MAO lasciano troppa dopamina in circolo, portando a iperattività e impulsività.
  3. L’importanza del sistema limbico → L’amigdala e lo striato sono due aree cerebrali fondamentali per la motivazione. Se queste strutture non ricevono un corretto input dopaminergico, si possono verificare difficoltà nel mantenere la concentrazione e nell’elaborare le priorità.
  4. Neuroplasticità e motivazione → La motivazione non è statica: con le giuste abitudini e strategie, possiamo “allenare” il nostro cervello a produrre livelli di dopamina più bilanciati. Tecniche di coaching dinamico, training autogeno, minfulness, e rituali strategici come il journaling o la visualizzazione mentale possono aiutare a mantenere la motivazione costante nel tempo.

Anche perchè se…la nostra MAO non è in equilibrio, la nostra capacità di essere motivati e focalizzati potrebbe essere seriamente compromessa. Questo significa:

Nel coaching dinamico, uno degli aspetti chiave è comprenderecome ottimizzare l’energia mentale per sostenere la motivazione nel tempo. Senza un buon bilanciamento della MAO, rischiamo di affidarci a motivazioni superficiali che si esauriscono velocemente.

Fortunatamente, ci sono strategie scientificamente provate per regolare la MAO e migliorare la nostra motivazione in modo sostenibile.

1. Stile di vita e abitudini

2. Nutrizione e supporto biochimico

3. Strategie di coaching dinamico

No, la motivazione non è solo una questione di forza di volontà o mindset. È un equilibrio complesso tra neurochimica, bisogni psicologici e abitudini quotidiane.

Il ruolo della monoaminossidasi (MAO) nel metabolismo della dopamina e della serotonina è fondamentale: se i suoi livelli sono troppo alti o troppo bassi, la nostra motivazione ne risente direttamente.

Nel coaching dinamico, comprendere questi aspetti permette di lavorare su strategie concrete per migliorare il focus, l’energia e la costanza nel perseguire gli obiettivi dei nostri coachee, individuali, di gruppo o team.

Autrice: Lucilla Rizzini

Founder di @Ellecubica & Direttrice del Master in Coaching riconosciuto da AICP

Master Certified Coach (MCC) ICF

Autrice “Motivati si diventa” edito da Guerini Next.

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