“Non ho problemi a motivarmi. Il mio problema è che, quando mi appassiono, divento ossessionato.” Me lo ha detto una persona, un paio di settimane fa ad una presentazione del libro “Motivati si diventa” edito da Guerini Next.
Questo manager non è affatto l’unico: incontro spesso persone che si riconoscono in questa frase. Professionisti, manager, coach, imprenditori che si lanciano con entusiasmo in un progetto, e che nel giro di poco tempo si ritrovano esausti, irritabili, disconnessi da se stessi.
La motivazione non sempre ci fa bene. O meglio: non tutta la motivazione è sana.
Nel libro dedico un intero capitolo a questa distinzione fondamentale tra passione armoniosa e ossessione, ispirandomi al lavoro del ricercatore canadese Robert J. Vallerand.
Quando la passione ci brucia
La passione armoniosa è quella che si integra con la nostra vita, che ci stimola ma ci lascia spazio per altro: relazioni, riposo, equilibrio. La passione ossessiva, al contrario, prende il sopravvento. Ci fa sentire vivi… ma ci svuota.
Nel libro scrivo:
“Confondiamo l’eccitazione da dopamina con la motivazione. […] La dopamina finisce col cedere il passo al cortisolo, l’ormone dello stress.”
Quando rincorriamo continuamente risultati, stimoli, risposte e prestazioni, il nostro corpo entra in modalità allarme. La motivazione iniziale si trasforma in dipendenza dal fare. Non riusciamo a fermarci. E iniziamo a pagarne il prezzo.
Rallentare per ascoltarsi: un atto rivoluzionario
Del resto, non è una novità, viviamo in una cultura iper-produttiva dove rallentare è spesso vissuto come una colpa. Ma fermarsi non è debolezza: è presenza. È cura. Ed è anche una competenza, fondamentale per non trasformare la motivazione in un carburante che consuma.
Lo spiega bene anche la teoria dell’autodeterminazione di Deci e Ryan (2000), secondo cui le persone sono più motivate quando i loro comportamenti nascono da scelte autentiche e autonome, non imposte da pressioni esterne. Ma per capire cosa vogliamo davvero, dobbiamo saperci ascoltare.
Il bisogno di autonomia e di auto-espressione non può essere soddisfatto se non ci fermiamo a domandarci cosa ci muove davvero. Se non rallentiamo, rischiamo di vivere inseguendo obiettivi che non ci appartengono.
Scrivo nel mio libro:
“Allenare la motivazione significa uscire dalla routine automatica e portare intenzione nelle scelte. Fare piccole deviazioni consapevoli. Fermarsi. Respirare. Osservarsi.”
La Puglia e il tempo che si dilata
Qualche giorno fa ero immersa nella quiete della campagna pugliese, circondata da ulivi secolari e dal vento che soffia piano tra le pietre bianche delle masserie. Oggi sono di nuovo nel ritmo intenso del mio lavoro quotidiano.
Ma, qualcosa è cambiato.
Il tempo, lì, sembrava dilatarsi. Anche i team che ho accompagnato in un percorso sulla leadership si sono accorti che, quando rallenti, iniziano ad emergere cose che di solito passano inosservate: relazioni, emozioni, intuizioni, parole non dette. E anche scelte.
Durante una delle sessioni, una partecipante ha detto: “È come se vivessimo tutti con il piede sull’acceleratore, ma oggi ho capito che rallentare non significa perdere tempo, significa prendere tra le mani il nostro tempo.”
Mi chiedo e ti chiedo “e se rallentare fosse proprio il modo per arrivare prima dove vuoi andare?”
Ho sempre pensato che rallentare sia una sorta di forma di potere, in cui puoi ascoltarti e decidere cosa conta davvero. Un po’ come quando sei in montagna e il passo si fa lento: non per debolezza, ma per rispetto del dislivello, della fatica e della bellezza attorno.
Che cosa stai sacrificando sull’altare della velocità?
Cosa cambierebbe se ti concedessi più spesso il lusso di rallentare?
La motivazione che fa bene non corre, respira
La motivazione che dura è quella che ascolta, sceglie, rispetta. Non urla. Non impone. Non spinge fino al limite.
“Con passione sì, ma senza ossessione. Con disciplina e autodisciplina, ma senza regole ferree.” (dal libro Motivati si diventa)
Questa settimana scegli di rallentare.
Rallentare è una pratica di libertà. Un modo per non smarrirsi nei risultati, e restare fedeli alla propria direzione.
PS: Se il tema ti appassiona trovi il libro “Motivati si diventa” qui.
Autrice: Lucilla Rizzini
Direttrice del Master in Coaching riconosciuto da AICP & Founder di @Ellecubica
Professional Certified Coach (PCC) ICF
Autrice “Motivati si diventa” edito da Guerini Next.