No, non di divertirti, non di vivere ogni minuto sino allo stremo, non di fare mille fotografie e video per documentare tutto. Io ti auguro di annoiarti e questo auguro vale doppio.
La noia non è vuoto: è spazio mentale. È il luogo in cui la mente si distende, si ricarica e torna creativa e credo che anche tu come me possa averne bisogno.
“Quando la mente smette di inseguire compiti immediati, riorganizza informazioni e connessioni.” — Smallwood & Schooler
La noia è una pausa rigenerante
Siamo immersi in un flusso continuo di stimoli ma fermarsi e “non fare nulla” non è tempo perso: è recupero. Nei miei studi in psicologia del lavoro la qualità dello stato emotivo conta perché emozioni piacevoli ampliano attenzione e repertori di pensiero, favorendo creatività e risorse a lungo termine. In ferie questo significa giornate senza programmi, lentezza, spontaneità, un po’ di sana introspezione.
La noia stimola creatività e motivazione
I momenti senza compiti attivi favoriscono il mind wandering ossia il vagabondaggio mentale: è lì che si formano connessioni nuove e arrivano idee fresche. Uno studio condotto da Baird del 2012 ha mostrato che, dopo attività monotone, le persone migliorano nei compiti creativi: l’incubazione lavora in back end (come direbbero gli sviluppatori che stanno approntando il nuovo sito di Ellecubica).
La noia previene il burnout
Il burnout non esplode, si accumula quando la produttività non è intervallata da recupero reale. Del resto sappiamo che distacco psicologico, rilassamento e controllo del proprio tempo sono fattori protettivi del buon out. Aumentare le emozioni positive attiva un circolo virtuoso (resilienza, ottimismo, risorse cognitive) che sostiene salute e performance.
Annoiarsi è il più grande lusso moderno
In una cultura che glorifica l’essere “sempre occupati”, la noia è diventata un bene scarso. Concedersela è un atto di leadership personale: spostare il metro del valoredalla quantità di cose fatte alla qualità della nostra presenza.
“La noia è la porta d’ingresso verso una mente più creativa e resiliente.” — Sandi Mann
Tre pratiche semplici per “annoiarti per bene”
Condivido quel che farò io in questo spazio di vacanza e proverò a portare anche al mio rientro in ufficio:
- un giorno senza agenda: lascia uno spazio di 6–8 ore senza obiettivi, senza destinazioni da visitare o visitare (2 volte a settimana, almeno)
- 15 minuti di vuoto: seduta, nessun input (no telefono), no journaling. Decido di osservare, respirare e pensare. Non è meditazione ne mindfulness, è semplice presenza.
- passeggiate senza meta: il ritmo del corpo facilita il mind wandering. Una pratica che già fa parte delle mie routine e che in vacanza voglio intensificare.
E se non riesci…
Se senti che questa pratica non ti appartiene e ti annoi “male” con stati di irrequetezza può essere un tema di arousal e sensazione di stimolo. Inizia con finestre brevi e aumenta gradualmente; la capacità di “stare nel vuoto” si allena, come la motivazione a fare.
Autrice: Lucilla Rizzini
Founder di @Ellecubica & Direttrice del Master in Coaching riconosciuto da AICP
Professional Certified Coach (PCC) ICF
Autrice “Motivati si diventa” edito da Guerini Next.