Cos’è il Self Talk o Dialogo Interiore – Come sfruttare il dialogo interiore per aumentare le performance
In media, rivolgiamo a noi stessi circa 51.000 parole al giorno. Questo dato ti stupisce? È chiaro che essere consci del proprio dialogo interiore non è cosa scontata. Tuttavia, il self talk può influire sui risultati che otteniamo sia in positivo che in negativo.
Per questo motivo, è importante essere consapevoli del proprio dialogo interiore in modo tale da ottenere un miglioramento delle nostre performance sia in ambito life che business.
Cos’è il self talk?
Il self talk si compone di due elementi: pensieri e parole. Pensieri e parole creano un dialogo interiore funzionale nel momento in cui sono coerenti e, di conseguenza, motivano alla performance. D’altra parte, il self talk è disfunzionale quando è ostativo e demotivante per la performance.
Il modo in cui parliamo a noi stessi influisce sulle nostre azioni e i nostri comportamenti. A volte, utilizziamo con noi stessi delle parole che non useremmo mai con nessun’altro, magari, risultando, nei nostri confronti, fin troppo severi. Anche i pensieri automatici negativi (PAN) fanno parte del nostro dialogo interiore. In psicologia, si dice che questi siano dei pensieri “telegrafici”: entrano in testa senza essere sottoposti a critica e li consideriamo la verità più assoluta. Ti risuona?
In genere, questi pensieri rendono il nostro dialogo interiore non affine alla performance e non ci permettono di sfruttare al massimo le nostre potenzialità.
Ognuno di noi ha le proprie convinzioni, su se stesso e sugli altri. Il nostro cervello, però non è in grado di distinguere i pensieri dagli eventi reali e questo può avere delle conseguenze negative sull’attenzione, la memoria o sulla qualità delle nostre prestazioni, ad esempio.
Come rendere efficace il dialogo interiore?
Le coaching skill ci possono aiutare a diventare più consapevoli del nostro self talk e a fare in modo di dare spazio ai pensieri e alle parole che si rivelano funzionali per noi stessi.
Come agisce un Coach?
Analizziamo tre distorsioni cognitive e le rispettive domande che un Coach potrebbe porre:
“Sono sicuro che non convincerò il prospect”
Coach: “Cosa ti rende sicuro di questo?”
“Incredibile, non riesco mai a portare nulla a termine”
Coach: “Quando è stata l’ultima volta che ti è accaduto?”
“Sono un disastro, sono tutti migliori di me…”
Coach: “Chi sono questi “tutti”?”
Il Self Talk, per quanto si componga “solo” di parole e pensieri, può influenzare le nostre azioni: infatti, il nostro cervello non vede differenza tra eventi reali e pensieri ed è proprio qui che entra in gioco il Coaching, come strumento per differenziare ciò che è reale e ciò che si limita ad essere solo un pensiero. Nel nostro Master in Coaching approfondiamo come lavorare in ottima consapevolezza e concreta gli argomenti del dialogo interiore, distorsioni cognitive e bias cognitivi.
Articolo scritto da Chiara Covelli e revisionato da Lucilla Rizzini (Professional Certifief Coach ICF, Senior Coach @Ellecubica Coaching Academy)
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